Porta Carlo. Poesie in dialetto milanese coll'aggiunta d'una comi-tragedia scritta dal medesimo di compagnia con Tommaso Grossi.
Milano, per Vincenzo Ferrario, 1821.
2 volumi in-12° (cm. 14,7), legature coeve in mezza pelle con titolo in oro su tassello ai dorsi (alcune usure e mancanze di capitelli e cuffie); pp. 215 [1], 227 [1] e 1 una tavola in antiporta fuori testo protetta da velina col celebre ritratto del Porta di Giuseppe Longhi inciso da Paolo Caronni (nonostante nei Cenni del Grossi si citi Pietro Anderloni) e apparso qui per la prima volta; antica firma di appartenenza agli occhietti e ai risguardi, fioriture sparse. Prima edizione postuma (l'autore moriva all'inizio dello stesso anno) per cura dell'amico letterato Tommaso Grossi, che riunì alcuni componimenti nuovi dell'amico ad altri già usciti nel 1817. Tra gli inediti i capolavori Fraa Diodatt, La nomina del cappellan e La preghiera, oltre alla stesura teatrale Giovanni Maria Visconti Duca di Milano composta a quattro mani e mai rappresentata per censura. Apre il libro una primissima biografia del Porta scritta dall'amico. Cfr. Hoepli 299; Edizioni Portiane 4. Esemplare più che discreto. (SB1) 1000
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